13 domande a… Francesco Troccoli
Francesco Troccoli
Romano, scrittore e traduttore, convinto sostenitore della finalità umanistica della narrazione, di genere e non. Ha pubblicato nel 2012 il suo primo romanzo Ferro Sette (Curcio), al quale è seguito l’anno dopo, per la stessa casa editrice, Falsi Dei. I due romanzi, riproposti anche da Delos in formato digitale, sono ambientati nel cosiddetto “Universo Insonne” (un futuro in cui gli esseri umani non sanno più cosa fosse il Sonno), per il quale ha scritto anche il breve prequel Hypnos. Nel 2016 è uscito il romanzo Mondi senza Tempo (Delos), che conclude la trilogia. Nello stesso Universo è ambientato anche il romanzo breve La Repubblica dei Sogni, del 2017. Fra le traduzioni letterarie, il romanzo breve Il giorno dell’Incarnazione, di Walter J. Williams. Svolge il ruolo di Presidente della giuria del concorso letterario “Fantasticamente” organizzato da Veledicarta.
Il suo sito internet è http://francescotroccoli.it/
1. Cosa ti ha spinto a scrivere?
Un regalo di compleanno. Nel 2005 (avevo già 36 anni) mi ritrovai così iscritto a un laboratorio di scrittura della Scuola Omero di Roma. Finora è il miglior regalo che mi sia mai stato fatto.
2. Qual è stata la reazione dei tuoi conoscenti?
Chi mi fece il regalo credeva molto più di me nelle mie possibilità di scrivere. In merito agli altri, nessuno ha preso la cosa troppo sul serio, perché in fondo all’inizio non l’ho fatto nemmeno io.
3. Qual è stata la reazione dei tuoi familiari?
Non troppo diversa da quella dei conoscenti, a parte lo scontato (ma sempre gradito) orgoglio materno.
4. Ci sono scrittori disciplinati, metodici, che stilano scalette e rimettono le mani mille volte sui loro lavori; e altri che scrivono d’istinto frase dopo frase fino a comporre un romanzo. Tu che tipo di scrittore sei?
“La seconda che hai detto”. Mi sforzo di passare dall’invidia per non essere uno scrittore del primo tipo che hai citato all’accettazione di pregi e difetti della narrazione autentica, ovvero (fatta eccezione per gli ovvii aspetti tecnici) l’imprevedibilità, l’irrazionalità, la “improgrammabilità”. Penso che voler scrivere una cosa bella sia un po’ come voler fare un bel sogno. Però, in effetti, rileggo e correggo, non mille volte, ma quasi.
5. Ci sono luoghi o ambienti in cui riesci a farlo meglio?
Francamente no. Spazio e tempo, quindi luoghi, orari, ecc. diventano secondari se riesci davvero a conquistare quella sana indifferenza che è il solo possibile “non luogo” e “non tempo” della scrittura. Insomma: se non ci riesco, il problema non è il luogo.
6. Lavori tutti i giorni?
Mi alterno fra scrittura, traduzione e altre faccende poco amene. La sola costante fra le tre “aree” è l’estrema variabilità delle proporzioni in cui si alternano fra le mie giornate.
7. Credi di riuscire a giudicare il tuo lavoro quando è terminato?
Mi auguro di sì. In realtà se reputo che la qualità non sia buona non riesco a terminare, mi fermo prima e talvolta abbandono. Potrebbe essere un errore, ma a me capita così.
8. Quando hai scritto il tuo primo libro?
Il primo “libro” (ovvero: che poi è stato pubblicato) nel 2010, ed è arrivato in libreria nel 2012. Il primo “romanzo” (manoscritto mai inviato a nessuno) nel 2009.
9. Esiste un legame tra te e i personaggi dei tuoi libri o sono solo frutto della tua immaginazione?
Uhm. C’è differenza? Il legame risiede nel fatto che a immaginarli sono io. Quindi in loro c’è sempre qualcosa che amo oppure detesto. A volte, mio malgrado, anche di me stesso.
10. Qual è il tuo libro a cui ti senti più legato e perché?
“Mondi senza tempo” (Delos), perché lo considero il romanzo più maturo e mi sembra molto diverso dal primo che ho pubblicato, “Ferro Sette” (Curcio), che in questa classifica occupa il secondo posto.
11. Il tuo ultimo lavoro?
“La Repubblica dei Sogni”, Delos, romanzo breve in formato digitale ambientato anche questo nell’Universo Insonne.
12. Ci consigli un libro che non hai scritto tu?
Kamchatka, di Marcelo Figueras, Edizioni L’Asino d’Oro.
13. Il tuo prossimo lavoro o quello su cui stai già lavorando?
Un romanzo breve di fantascienza e uno “mainstream”. Con tempi lunghi, per tutti e due.
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