Racconti in città/Il risveglio
Il risveglio
Le prime luci dell’alba filtrano tra le persiane, entrano con la brezza del mattino e smuovono delicatamente la tua camicia di seta a fiori.
Mi siedo sul letto. “Già mattina?” mi chiedo. Poi mi stiro e mi sfugge uno sbadiglio.
Tu giaci bocconi, immersa in un sonno profondo, lo si intende dal tuo respirare ritmico, unico suono assieme ai lontani rumori della strada.
Ti osservo e gli occhi risalgono lentamente lungo il tuo corpo abbandonato.
Le unghie dei piedi sono laccate di rosso, la mia passione, lo sai!
Le caviglie snelle, i polpacci muscolosi, e poi le cosce, ah quale profumata morbidezza!
Oltre, il tessuto colorato si gonfia a coprirti le natiche sode per ridiscendere sui fianchi ed appoggiarsi nell’incavo del dorso. Le spalle sono nude e la pelle ambrata è un velluto quasi uniforme; solo due minuscoli nei ne interrompono la perfezione.
Il collo esile è un po’ ritorto in una posa innaturale, per dare aria al naso, che sennò, come faresti a respirare?
Il viso è seminascosto dai capelli castani che si aprono formando una discriminatura irregolare.
Ti guardo sperando di cogliere in te un movimento, un accenno di risveglio, ma niente.
Certo abbiamo avuto una bella serata assieme, a prendere il fresco sul terrazzo guardando il tramonto con quelle pennellate rosa e azzurre e il gran finale vermiglio prima della notte. Ce ne siamo stati seduti uno accanto all’altra a odorare l’intensità del gelsomino, che quando è così, quasi manca il respiro. E poi abbiamo dormito stretti in un abbraccio, anche se… ad un certo punto mi sono fatto da parte: “Troppo caldo!” mi sono detto.
Ti guardo e penso: “Che cosa sarei senza di te? Che ne sarebbe di me se non ti avessi incontrata?”. Non voglio turbare i tuoi sonni, ma un istinto incontrollabile mi assale, mi sdraio al tuo fianco, ti solletico lo spicchio di guancia scoperta con i miei lunghi baffi e ti assesto una ruvida leccata sulla faccia.
− Ehi! – dice la mia principessa aprendo un occhio, allunga una mano e mi regala una tenera grattatina tra le orecchie, − buongiorno micione! Hai fame vero?
− Miaooo – rispondo io. Evviva, ora si mangia! Balzo giù dal letto con entusiasmo e mi avvio verso la cucina, la coda ben dritta.
A metà corridoio mi fermo e mi giro per controllare. Lei mi sta seguendo, perfetto!
Donatella Mascia
Genova