Racconti in città/Libertà
Libertà
Ombre si muovono nella stanza semibuia. Una lieve brezza sospinge le tende leggere in un respiro ritmico. La sedia in fondo al letto regge i vestiti di sempre.
Ti guardo. Hai gli occhi chiusi. Ah quegli occhi! Quante volte ho tremato sotto il tuo sguardo minaccioso!
Le tue braccia se ne stanno abbandonate lungo il corpo, i pugni chiusi. Ah quelle braccia… ah quei pugni! Quante volte si sono abbattuti su di me con furore, mentre cercavo di farmi scudo con le mani protese, inutilmente.
Hai le gambe distese, l’una a fianco all’altra, i piedi leggermente divaricati sulle punte. Ah quelle gambe… ah quei piedi!
Calci che mi entravano nella pancia, senza sosta, calci che mi lasciavano esangue sul pavimento, umiliata, distrutta.
Dio mio, pregavo, perché non mi liberi da questo inferno? Un inferno quotidiano, antico di anni ed anni.
Dio ha voluto accogliere le mie preghiere, Dio ha voluto farmi la grazia!
Oggi finalmente sono tornata una donna libera; oggi mi sento rinascere mentre osservo il tuo corpo giacere sul letto, ormai senz’anima.
Natale 2016
Donatella Mascia
Genova