Under 14 – Al sorgere del sole
Al sorgere del sole
di Lucrezia Massaro
Tutor: Gianfranco Ferrari – Scuola: I.C. San Vittorino di Corcolle (RM)
Al sorgere dell’alba, riesco a scrutare appena miriadi di sottili grammi di polline che danzano nell’aria, viaggiando da uno stelo all’altro incorniciando un quadro di delicati boccioli. D’un tratto scorgo dietro i fitti rami di un ciliegio ormai in fiore, tra le travi di un antico granaio, una minuta sagoma dal candido petto e dal cupo manto avente l’ardore del fuoco a contornare l’esiguo becco. Silenziosamente accosto il mio orecchio ai tersi vetri della finestra, e presto il mio udito all’ascolto di un melodioso canto, che per quanto flebile, riesce a giungermi nitidamente…
Grazie ad un sottile filo di vento i rami si scostano e mi permettono di identificare meglio quella che mi sembra essere una rondine, ciò che però attira la mia attenzione è la presenza di un piccolo uovo bianco con delle macchie scure depositato in quel modesto nido. Il suo glorioso canto per essere finalmente riuscita a giungere in un luogo sicuro e per aver portato in salvo il figlio, supera di gran lunga tutti gli ostacoli che ha avuto modo di affrontare in quella infausta migrazione che la spinse a lasciare l’Africa, volare per oltre 10.000 km e giungere in Italia. Continuo ad osservarla per un po’ di tempo, e sembra non accorgersi della mia presenza dietro il sottile vetro della finestra, anzi sembra quasi non curarsi del fatto che qualcuno la stia osservando e assume un comportamento molto estroverso, come se nulla potesse turbarla…
Mentre la guardo eseguire volteggi e piroette nell’angusto ambiente di quel granaio, comincio a pensare, a formulare delle teorie strane, che per quanto inopinabili, sono almeno in parte veritiere…
Questa scena mi appare in mente come un déjà vu, mi sembra di aver già vissuto questo momento e in effetti non ho tutti i torti, solo che al posto della rondine con il suo uovo, vedo ogni giorno migliaia di persone provenienti da paesi africani e arabi sbarcare in Italia dopo aver attraversato il Mar Mediterraneo su modeste scialuppe in condizioni spregevoli. Sguardi di terrore nei loro occhi misti ad un fioco lume di speranza riesco ad immaginare, eppure quella rondine così tranquilla pare e mi chiedo, come essa possa rappresentare tanta magnificenza e splendore, tanta gioia nell’annunziare l’arrivo della Primavera, e come i migranti possano essere per noi sinonimo di “guaio”…
Continuo ad ammirare la contentezza della rondine mentre esegue straordinarie acrobazie, nel frattempo sfoglio il giornale che papà deve aver dimenticato sul mio comodino, dozzine di immagini mi saltano all’occhio e mi ritrovo sempre con lo sguardo fisso sullo stesso articolo “Emergenza Emigranti in Italia”, che mi porta a distogliere l’attenzione e tornare a concentrarmi sulla piccola rondine, che a quanto pare, si è fermata a riposare nel suo nido…
Qualcosa sta per accadere, il vento ha cessato il suo ciclo, sento un lamento per un istante impercettibile provenire dal suo ricovero, e un momento dopo vedo sbucare dolcemente da quel covo la tenera testolina di un uccellino, evidentemente appena uscito dallo schiudersi dell’unico uovo presente…
L’accaduto mi fa riflettere ancor di più sullo splendido dono chiamato “vita” di cui tutti dovrebbero godere serenamente, che dovrebbero preservare, così come la rondine, che migrando ricerca ambienti specifici per adattarsi e vivere al meglio; ma soprattutto come coloro che soffrono e vedono nell’Italia (così come nei paesi del resto dell’Europa) un’ancora di salvezza, un ramo a cui appigliarsi, la luce in fondo al tunnel…
Quell’uccellino, quel piccolo essere venuto al mondo, è il futuro, la generazione che verrà, mi sto rendendo conto che il mio paese, si sta arricchendo di tanti minuscoli e variegati uccellini, di variopinti miscugli di etnie, che stanno dando vita al futuro che sogniamo e sognavano…